L’incordatura corretta è quella che permette una buona giocabilità e durata. Ci sono tennisti che preferiscono una corda ferma e decisa. Al contrario altri hanno bisogno di comfort e morbidezza. Di solito la corda giocabile è quella che riacquista rapidamente la posizione precedente all’impatto con la palla. È difficile avere una corda che sia al tempo stesso giocabile e durevole. Un calibro maggiore e un materiale più resistente dura di più ma è meno elastico rispetto ad un calibro più sottile di nylon. Il calibro delle corde varia da un minimo di 1-1,10 mm ad un massimo di 1,41-1,49 mm. La corda più sottile permette una migliore rotazione della racchetta perché incide in misura maggiore sulla palla.
Le corde di budello naturale hanno un prezzo elevato ma forniscono anche alte prestazioni in termini di giocabilità. Esse sono anche le più indicate per tennisti con problemi al braccio. Attualmente questo materiale è usato come ibrido cioè per le corde orizzontali mentre le verticali sono di poliestere. Il budello naturale permette una maggiore sensazione di controllo sulla palla a causa della sua elasticità. Il 98% dei tennisti dilettanti usa corde di nylon o budello sintetico che offrono una buona combinazione tra durata e giocabilità. Il poliestere è molto resistente ed è adatto a giocatori che tendono a rompere le corde, tuttavia è un materiale poco reattivo. È adatto ai professionisti (come ibrido) e sconsigliato ai principianti e in caso di traumi al braccio. Il kevlar è il più durevole e dà incordature molto tese. È usato come ibrido col nylon ma è poco potente e poco comodo.
Quanto minore è la tensione delle corde, tanto maggiore sarà la velocità della palla ma minore il controllo. Il tennista dotato di forza dovrà utilizzare una tensione alta. Le corde sottili che danno maggiore spinta vanno incordate a bassa tensione. Il maggior controllo si ha con tensione elevata. Se volete resistenza usate un calibro maggiore. Passiamo alla densità dello schema delle corde. Un piatto corde aperto ha maggiore elasticità e imprime più velocità e rotazione alla palla. Però questo schema ha bassa durata. Lo schema fitto imprime meno velocità ma fa durare di più le corde. Offre comunque miglior controllo. Quindi, ricapitolando: tensione ridotta=maggiore potenza; tensione alta=maggiore controllo; densità piatto corde minore=più potenza e più spin; corde morbide=migliore assorbimento vibrazioni; corde sottili=più effetto spin; corda molto elastica=perde tensione più facilmente.
Per scegliere la giusta incordatura bisogna essere anche dei bravi giocatori e conoscere il proprio strumento. Se siete alle prime armi e avete intrapreso da poco il tennis, questa guida fa per voi, vi basterà seguire i consigli riportati sopra per cominciare ad avere le idee più chiare.